L’intollerabilità della convivenza quale presupposto della separazione.

L’intollerabilità della convivenza quale presupposto della separazione.

Ciascun coniuge ha un diritto costituzionalmente fondato di ottenere la separazione personale e interrompere la convivenza ove, per fatti obiettivi, ancorché non dipendenti da colpa dell’altro coniuge o propria, tale convivenza sia divenuta intollerabile, così da essere divenuto impossibile svolgere adeguatamente la propria personalità in quella “società naturale” costituita con il matrimonio che è la […]

Assegno mantenimento e attitudine del coniuge a procurarsi un reddito da lavoro

Assegno mantenimento e attitudine del coniuge a procurarsi un reddito da lavoro

«Il rilievo decisivo, per l’attribuzione e la quantificazione dell’assegno, che l’eventuale prova delle condotte allegate circa il mancato reperimento, da parte del coniuge, di una entrata economica frutto della propria individuale attività lavorativa, deve avere sulla decisione in discorso, alla stregua del consolidato principio secondo cui deve trovare adeguata considerazione, nella decisione del giudice del […]

La relazione extraconiugale non è causa di addebito della separazione se successiva alla crisi affettiva tra i coniugi

La relazione extraconiugale non è causa di addebito della separazione se successiva alla crisi affettiva tra i coniugi

Il Tribunale di Foggia, nella sentenza 14.04.2015 ha inteso «negare rilievo alla relazione extraconiugale in sé, quale causa della fine del rapporto, poiché in tale evenienza anche tale relazione degraderebbe ad effetto di una crisi affettiva preesistente, e non potrebbe portare all’addebito per ciò solo” al coniuge infedele. A tal proposito, il Collegio ha richiamato la giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione ed in particolare “tra le altre, Cass., Sez. 1, Sentenza n. 2059 del 14/02/2012, Rv. 621831, secondo cui «Grava sulla parte che richieda, per l’inosservanza dell’obbligo di fedeltà, l’addebito della separazione all’altro coniuge l’onere di provare la relativa condotta e la sua efficacia causale nel rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza, mentre, è onere di chi eccepisce l’inefficacia dei fatti posti a fondamento della domanda, e quindi dell’infedeltà nella determinazione dell’intollerabilità della convivenza, provare le circostanze su cui l’eccezione si fonda, vale a dire l’anteriorità della crisi matrimoniale all’accertata infedeltà»”.

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La validità degli accordi prematrimoniali in vista del divorzio.

La validità degli accordi prematrimoniali in vista del divorzio.

In linea con «un sistema normativo ormai orientato a riconoscere sempre più spazi di autonomia ai coniugi nel determinare i propri rapporti economici, anche successivi alla crisi coniugale», la Cassazione – chiamata a statuire sulla legittimità di una sentenza pronunciata dalla Corte di Appello delle Marche in Ancona che si era pronunciata in favore alla validità di detto patto prematrimoniale – con la decisione n. 23713/12 inquadra in un contratto atipico con condizione sospensiva lecita, espressione dell’autonomia negoziale dei coniugi diretta a realizzare interessi meritevoli di tutela, ai sensi dell’art. 1322, secondo comma, cod. civ., l’impegno negoziale assunto dai nubendi in caso di “fallimento” del matrimonio. Nella pronuncia in esame, la Corte, tuttavia, non esprime un giudizio di validità, nel nostro ordinamento, dei patti prematrimoniali in vista del divorzio, molto frequenti in altri Stati ed, in particolare in quelli di cultura anglosassone, ma inquadra l’accordo negoziale dei nubendi in un «vero e proprio contratto caratterizzato da prestazioni e controprestazioni tra loro proporzionali (…) libera espressione della loro autonomia negoziale, estraneo peraltro alla categoria degli accordi prematrimoniali (ovvero effettuati in sede di separazione consensuale) in vista del divorzio, che intendono regolare l’intero assetto economico tra i coniugi o un profilo rilevante (come la corresponsione di assegno), con possibili arricchimenti e impoverimenti». Il fallimento del matrimonio, pertanto,  non è  «causa genetica dell’accordo, ma è degradato a mero “evento condizionale”» ed è questa, in buona sostanza, la ragione fondamentale per la quale la Corte appone il crisma della legalità alla vicenda al suo esame. Read more about La validità degli accordi prematrimoniali in vista del divorzio.